Chiostro della Chiesa di San Bartolomeo in Foligno

Storia della Chiesa

Il complesso conventuale di S. Bartolomeo di Marano, cosi detto per la sua vicinanza alla fonte Marana, si erge grandioso su un colle ai piedi di Uppello, sulla strada che conduce a Sassovivo.

Il primitivo conventino e la chiesa risalgono ai primissimi anni del ‘400: l’inizio della costruzione è incerto (1406 o 1408) mentre l’anno 1415, come termine dei lavori è attestato dalla lapide murata sotto il portico della chiesa.

E da sottolineare che fu per donazione del terreno e di una torre da parte di Ugolino Trinci, allora signore di Foligno, che si misero le basi per la costruzione del convento e poi della chiesa di S. Bartolomeo: ciò venne fatto per favorire l’opera di fra Paoluccio Trinci, iniziatore di una grande riforma, quel movimento di ritorno alle origini alla fonte fresca e pura, “l’Osservanza” della regola dei frati minori, come vissuta e scritta da S. Francesco.

Il convento è il primo che si costruisce per gli “osservanti”. La facciata attuale della chiesa risale al 1731-’36 il progetto è stato erroneamente attribuito al celebre architetto folignate Giuseppe Piermarini, ma la data di inizio lo esclude (il Piermarini nasce nel 1734): probabilmente è da attribuirsi all’architetto Filippo Neri di Foligno ed eseguita dal Bernasconi di Vescia.

La chiesa di stile barocco, fu ampliata nel 1600-1700, unitamente al chiostro e al convento. Nell’interno della chiesa preziosa è la cappella di S. Bartolomeo, dove si ammira il dipinto con il martirio del Santo, ultima opera di Niccolò Alunno, terminata dal figlio Lattanzio (1502).

Di fronte alla detta cappella se ne apre un’altra, simmetricamente disposta, contenente una “copia fedele” del Santo Sepolcro di Gerusalemme (1676); è da evidenziare una scultura lignea del “Cristo morto” risalente ai primi del 300.

L’ingresso del convento fu decorato da fra Ippolito Lemmi da Ceceto (Orvieto) con sedici storie della Beata Angela da Foligno; allo stesso autore si deve la decorazione a tempera del chiostro (1714) con un ciclo di 24 storie del Beato Paoluccio Trinci.

Attualmente è anche sede del Commissariato di Terrasanta in Umbria (attuale commissario Cav. P. Giuseppe Battistelli) e sede della delegazione di foligno dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (OESSG)